Uno dei luoghi più caratteristici di Catania è ‘A Piscaria, l’antico mercato del pesce di Catania. Trovarsi in quel luogo è come immergersi nella piena sicilianità; il vocìo dei pescivendoli è ciò che all’istante mi colpisce, i loro gesti, quasi meccanici, e le loro parole, connotate dal dialetto siciliano, sembrano evocare l’Acitrezza de “La terra trema” di Visconti.
Nel giro di pochi istanti mi sento catapultata in un mondo senza tempo, sembra quasi un palcoscenico: i tendoni rossi,già alle prime luci del mattino, vengono a coprire parte della pescheria all’aperto. I protagonisti di questo spettacolo sono i pescivendoli, ma anche i turisti divertiti, gli anziani e i bambini già grandi, i quali sembrano essersi dimenticati per sempre dei loro giochi. Girando lo sguardo mi ritrovo di fronte a un bambino con gli occhi a mandorla e dallo sguardo malinconico, come se sentisse il bisogno di trovarsi in un luogo diverso da quello. Mi incammino e rimango estasiata guardando un pescivendolo: tiene tra le sue mani ,un grande pesce ancora vivo, come se fosse un neonato.Di tanto in tanto, sbucano all’improvviso dei bambini, che trattengono dentro i loro piccoli pugni dei pesci, o del prezzemolo.
Ma ciò che mi affascina e allo stesso tempo mi trasmette un senso di inquietudine sono le teste di pesce, accostate l’una accanto all’altra, inermi, come fossero quasi dei quadri di natura morta, con i loro occhi che fissano i miei. Proprio quando stavo iniziando ad abituarmi all’acqua sotto ai piedi,agli odori e al suono delle lame taglienti,giunge il momento di lasciare la pescheria,quel luogo che fino a quel momento era diventato casa mia.